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Come diagnosticare il Parkinson

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La diagnosi del Parkinson si basa essenzialmente sui sintomi. Può essere sospettata dal Medico di Medicina Generale o da altro medico specialista, ma deve essere ipotizzata da un medico Neurologo (in particolare dedicato alla malattia di Parkinson e alle sindromi Parkinsoniane). Al momento della diagnosi (e talvolta per un tempo non breve, fino a qualche anno), la diagnosi viene definita come “Sindrome Parkinsoniana”, in attesa di approfondimenti diagnostici strumentali e del decorso della malattia nel corso degli anni successivi e della risposta ai farmaci specifici. Infatti, pur indirizzandosi a Medici specialisti più aggiornati e attenti, è possibile che nel corso del tempo si evidenzi una malattia di Parkinson (cosiddetta idiopatica) o altre forme di “Parkinsonismi atipici” primari o secondari. Gli esami strumentali (RMN encefalo, esami ematochimici) possono essere utili per escludere numerose altre patologie che possono avere gli stessi sintomi della malattia, pur avendo cause differenti. Esami particolari come SPECT e PET possono confermare la diagnosi. A tale proposito una metodica di immagine funzionale (DaTSCAN) è in grado di confermare o escludere la compromissione del sistema dopaminergico anche in uno stadio precoce della malattia.

Questo esame, che consiste nell’iniezione di un particolare tracciante in vena, e quindi nell’acquisizione di scansioni cerebrali con apparecchi SPECT, mostrerà un’alterazione dei livelli di dopamina nei gangli della base nei casi di Parkinson idiopatico e nei parkinsonismi veri, sarà normale nei casi di tremore essenziale e nelle condizioni cliniche di rallentamento non-parkinsoniano. Gli apparecchi per l’esecuzione delle immagini SPECT sono simili a quelli per la TAC, ma forniscono immagini cerebrali “funzionali” invece che anatomiche. Rispetto alla PET, la SPECT è più diffusa per il minore costo sia dell’apparecchio che dei traccianti utilizzati. L’esame con DaTSCAN non può considerarsi come conclusivo nella diagnosi di Parkinson, ma indubbiamente una buona visita neurologica, con l’ausilio dell’esame SPECT con DaTSCAN può portare a una diagnosi molto accurata. I più giovani ignorano i sintomi Il 25% dei malati di Parkinson non sa di esserlo perché i sintomi sono leggeri e confondibili con altri, e quindi non ha ottenuto una diagnosi certa: succede soprattutto ai pazienti nella fascia di età 40-50 anni. Per esempio, la rigidità di un arto viene attribuita a cause quali un’infiammazione articolare, reumatismi, postura scorretta. In realtà possono essere i primi segnali della malattia. Il medico di famiglia deve allora abituarsi a pensare anche all’eventualità del Parkinson, nonostante la giovane età del paziente, se i sintomi non trovano sollievo o conferme sulla causa dagli esami.

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